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L’Aria del Sabato Sera

Mantova, ci siamo! Sabato 24 luglio saremo sul palco dell’arena Bike-in a Campo Canoa, per celebrare LIVE i Vostri 20 Anni con Noi.

L’ingresso è gratuito, la prenotazione obbligatoria – da fare QUI – e l’offerta libera all’ingresso sarà per Associazione Casa del Sole Onlus.

Dalle 21.30, tutta la musica che avete sempre sognato di ascoltare, ma che non avete mai osato chiedere: sempre e rigorosamente dal vivo. Sul palco con noi, gli Amici che ci hanno accompagnato in tutti questi anni. Prima (e dopo) DJ Set con meravigliose perle dalla TV e dalle Hit Parade degli anni 70 e 80.

Vi aspettiamo già dalle 19,30 per un sabato sera in riva al Lago Inferiore, con vista Castello. Amicizia, convenienza, cortesia, c’è pure l’ampio parcheggio (gratuito anche lui) in più se magna e se beve. Accaldati forse, ma non assembrati, in totale sicurezza grazie alla formula del Bike-In. Ma si può anche arrivare senza bici, sì.

Welcome summer 2021… Let’s party like it’s 1981!

Mi Piaci… ah ah

Oggi forse il Tuca Tuca ci scatena tutt’al più qualche risatina. Eppure 50 anni fa, nel 1971, questa coreografia contribuì alla liberazione sessuale degli italiani. O meglio alla liberazione da certi pudori ormai un po’ arretrati. Ce lo ha ricordato lo scorso anno un bellissimo pezzo del Guardian (mica l’Eco di Squarzanella), compreso l’incredibile “salvataggio” ad opera di Alberto Sordi. Un anno dopo l’altro, un brano dopo l’altro, l’ombelico scoperto… attraverso tutti gli anni 70 una giovane artista romagnola fu capace di portare in prima serata messaggi in apparenza leggeri ma dal contenuto dirompente, che avrebbero dato i loro frutti col passare del tempo. A far l’amore comincia tu: la donna a comandare nell’alcova? Ma quando mai! Eppure piano piano… Com’è bello far l’amore da Trieste in giù… e se ti lascia lo sai che si fa? Trovi un altro più bello / Che problemi non ha!

Tanti Auguri Raffaella…

Yes, it was… My Way

C’è questo tipo strano, vedrai ti piacerà

Ancora una volta siamo stati troppo avanti: progettando il calendario dei nostri 20 anni (a dicembre 2020) avevamo pensato di celebrare oggi i 70 anni di Alberto Camerini, oltre che i 40 anni di Rock’n’Roll Robot, salita al numero 3 in hit parade nel 1981.

Ebbene, Rolling Stone Italia ci ha preceduto, con una notevole intervista a cui non ci resta che rimandarvi per scoprire la storia remota e recente del nostro Arlecchino elettronico.

Vi regaliamo comunque un video d’epoca meraviglioso. Palalido, 25 ottobre 1981: sul palco anche un altro giovane artista già affermato, che qualcuno definì “aristocratico del dissenso”. Altroché Milano da bere… Milano underground!

What a Feeling!

Curioso tributo alla siderurgia, alla danza e ai maglioni sbambolati (oggi si dice oversize), esce un po’ in sordina nell’aprile 1983, poi sbanca il botteghino e rilancia un genere cinematografico. Tra una saldatura e le prove di una coreografia, Flashdance fa volare la giovane Jennifer Beals, anche se in realtà a volare erano le sue controfigure… ma soprattutto una magnifica Irene Cara – pronuncia Airìn, mi raccomando – con un brano da Oscar, grazie allo zampino del signor Giorgio Moroder (uno che ne ha vinti tre, oltre ad inventare la disco music, va bè).

Take your passion / and make it happen

La bella Irene si era già distinta con Fame, altra colonna sonora danzereccia nonché degna conclusione del medley 80’s Dance Movies OttoEtti, completato da Physical – un video agghiacciante e memorabile, da “taglie forti” – di Olivia Newton-John, icona bionda che ha rilanciato gli anni ’50 con Grease, ancora una volta tra i must delle nostre serate.

Flashdance non risparmia una strizzata d’occhio all’Italia (ne abbiamo parlato a marzo) ma ha la sua vera apoteosi con Maniac: per Michael Sembello, l’occasione di una celebrità pop che non gli aveva mai sorriso, nonostante a 20 anni la sua chitarra fosse già sul capolavoro di Stevie Wonder, Songs in the Key of Life; per i nostri cantanti, l’occasione immancabile per prodezze ginniche sul palco.

…and she’s dancing like she’s never danced before…

Tutti poeti, noi del ’56

Nasce sotto la bandiera di Panama, è figlio di un torero e di Miss Italia 1947 e da piccolo gli girano per casa Picasso e Hemingway: si sente poeta, ma farà strada grazie alla voce e alla danza. Tutto comincia in Italia con un brano di Toto Cutugno che lo rivela alla platea internazionale… Olympic Games è l’inno non ufficiale delle Olimpiadi di Mosca (quelle dell’orsacchiotto Misha e del boicottaggio USA). Siamo nel 1980 e Miguel Bosé inizia a fare stragi di cuori, tra cui quello della nostra cantante – ahimè, non ha voluto concederci la foto che la ritrae infante mentre riproduce la posa della copertina di un suo 45 giri.

Bravi ragazzi siamo, amici miei…

Nel 1982 si affida alla coppia Maurizio Fabrizio/Guido Morra, freschi del trionfo a Sanremo un anno prima con Storie di Tutti i Giorni, e ci regala Bravi Ragazzi – un inno per giovani un po’ ribelli, ma sempre ben pettinati, che troneggia nelle scalette degli OttoEtti da una decina d’anni. (Per la visione dell’originale consigliamo un farmaco contro la nausea).

Dopo i fasti danzerecci di Super Superman, altro classico 8hg, Miguel si allontana un po’ dalle classifiche ma si aprono nuove strade: negli anni ’90 interpreta un giudice dalla doppia vita in Tacchi a Spillo di Pedro Almodóvar, quindi si dedica a un pop più raffinato, tornando poi a interpretare i suoi vecchi successi con big della musica latina come Shakira [alert: momento strappamutande], Ricky Martin e Laura Pausini, fino a ricomparire nei pressi di Maria de Filippi in tempi più recenti. Sempre con quella classe di chi tanti anni fa prendeva il tè con Pablo Picasso.